Le
vicissitudini del luogo da noi prediletto non sono molto diverse da altri se
non per il sentimento che hanno avuto nei suoi confronti le persone che l’hanno
coltivato, fatto pascolare, dedicato infine a bene sociale: il bosco e l’arte,
la vita e la passione.
I
nostri antenati nell’ottocento vi costruirono i muri, vi ammucchiarono le
pietre superficiali, probabilmente facenti parte del villaggio nuragico
attiguo alla torre del nuraghe Ruju.
Nei primi del novecento vi costruirono l’ovile centrale; in seguito la mandria presso l’ingresso, comoda e vicino all’abitato.
Nei primi del novecento vi costruirono l’ovile centrale; in seguito la mandria presso l’ingresso, comoda e vicino all’abitato.
Vi
costruirono la mandria estiva vicino alle rocce che si ammirano dall’ingresso e
gli abbeveratoi nella gronda verso est.
Negli
anni novanta del '900 la svolta: la decisione del rimboschimento e dopo
vent’anni l’idea del museo all’aperto.
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