martedì 10 aprile 2018

Immagini

Paolo, 1958

Questa è l’immagine di un ragazzino di un tempo ormai passato che ogni tanto mi capita di incontrare e, solo per brevità, non vi dico quanto  tempo  sia trascorso da quand’era così giovane. Vi dirò semplicemente che è la foto di un carissimo amico che per giocare si era dovuto costruire i giocattoli da sè; inventandoli ed adattandoli a situazioni e condizioni specifiche e particolari. Li costruiva con inventiva e soprattutto con passione affinché quei manufatti non fossero solo occasioni di  distrazione o peggio di arido perditempo ma bensì l’espressione di sè stesso e delle sue attese. Erano le miniature di realtà umane, capaci di soddisfare veri ed impellenti bisogni, prove di riuscita e allo stesso tempo trastullo semplice e sano.

Durante un colloquio che ho avuto di recente, mi ha anche confessato che varie volte fu tentato di pescare qualche trota nel torrentello vicino alla sua casa ma l’unica volta che ne ebbe afferrata una, prima di uscire all’asciutto  la soddisfazione si tramutò in delusione profonda perché il pesce era di nuovo libero in acqua.

Costruiva le barchette in sughero e, stanco di vederle in movimento solo affidandole alla corrente, ne munì qualcuna di elica e all’elica vi collegò un elastico, girando l’elica a mano in senso tale che allo srotolamento  la rotazione dell’elica faceva muovere per un certo tratto la barchetta. Ma se questa era provvista di timone e posto in una certa inclinazione la barca poteva seguire un percorso circolare e tornare al punto di partenza; comodo, no?

Aggiunse che si intestardiva a portare e riportare il maialino da latte al centro del guado per vederlo nuotare fino a riva ma questi si spazientì e gli lasciò un segno indelebile sul pollice destro... che dovette asciugarsi  al sole prima di presentarsi in casa il giorno che aveva usato per barca il contenitore in alluminio che la mamma riservava per portare al fiume i panni da lavare... che per catturare il vento costruiva eliche di asfodelo o di ferula quando queste essenze erano seccate al sole.

Ma un giorno egli partì per un paese piuttosto distante, la brezza rimase indisturbata e le trote nel fiume non corsero più rischi dalle sue maniAnzi, spiegava che in seguito, venne a sapere che le trote scomparvero subito dal torrentello della sua infanzia perché pescate da altre mani di maggior presa.. Pure l’acqua prese a scorrere sempre meno per via delle scarse piogge. E il maialino, e la barchetta che pur fecero tanta storia per quel ragazzino? Bene, solo storia, solo immagini, solamente Ricordi fissati, indelebili nella mente di chi li ha vissuti. Per questa volta quel giovincello di tanti anni fa non mi ha confidato altro... se dovesse farlo ancora non farò a meno di riferire, con la stessa fedeltà e premura di oggi, sicuramente.


Paolo Demuru