In queste aree accidentate
della Gallura la trazione animale si è protratta quasi fino all’abbandono delle coltivazioni,
poiché l’uso dei trattori si è avuto per un periodo di tempo quasi
trascurabile. L’animale più usato in assoluto è stato il bue, perché poteva
assolvere tranquillamente il lavoro di trasporto e aratura.
Generalmente venivano
individuati due tori, agili e ben strutturati, di stazza medio piccola, (boitti
di sarra) che, inibiti alla procreazione, venivano abituati a sopportare il
giogo ed a disporsi al traino di mezzi. L’iniziazione dei buoi al lavoro era un
impegno di esperienza e aveva bisogno di qualche anno.
Finito l’addestramento
la coppia di buoi o giogo era avviata al lavoro, che preferibilmente non doveva
superare le otto ore e i cinque giorni la settimana, ben rifocillati e discreto
riparo durante la notte rigida. Tra l’uomo e l’animale si creava una sorta di
dialogo, tradotto in ordini impartiti ed eseguiti: la fune all’orecchio per la
direzione, l’incitamento verbale per la partenza e la fermata, il grido, il
pungolo o la frusta nei momenti in cui era necessario un particolare sforzo per
superare asperità del percorso.
Il pungolo era la parte di un chiodo sporgente
all’estremità di un manico in legno dalla lunghezza di un metro circa e la
frusta era legata all’estremità dello stesso legno e non lo superava nella sua
lunghezza. Esistevano delle misure imposte per la lunghezza del pungolo
affinché non arrecasse danno all’animale ma, infine, tutto era demandato alla
discrezione dell’uomo che non sempre era assolutamente caritatevole nei
confronti dell’animale.
A tale proposito mi torna
in mente il paragrafo letto su un
“Trattato di Economia Teorico Pratico dell’Agricoltura” del 1844 in cui si fa riferimento a persone che
trattavano i buoi con maledizioni, frusta e pungolo: -Il coltivatore accennato non dovrà mancare dal dare bando a
quest’ultimo metodo, ed il partito per lui più vantaggioso sarà quello di
adempiere anche in queste, come in quasi tutte le cose, a ciò che prescrivono
le leggi dell’umanità-
Credo che in queste contrade molti si siano adeguati
a un comportamento corretto anche senza aver letto il paragrafo riportato,
altri, purtroppo, in attesa di rinvenimento sono passati al trattore ma, per
breve tempo ancora, con sferza e pungolo. A chiudere un’era millenaria, nel
bene e nel male è stato comunque lu puntogliu e la scòrria.
Paolo Demuru
Nessun commento:
Posta un commento