Li Bucugnuli |
Certi oggetti del passato non godono più
di notorietà, anzi, una volta usciti dall’uso comune rischiano di scomparire
per sempre. Anche quelli dell’immagine potrebbero essere in odore di scomparsa.
Per questo motivo li ho
cercati, in un cassetto che apro sempre di rado e li ho recuperati, giusto per
questo scatto. Ma, di che cosa si tratta?
"Li bucugnuli" erano ricavati da legno
vario, corbezzolo, erica, olivastro o altro legno disponibile nell’area
interessata, per meglio dire pascolata, poiché siamo in campo agropastorale, e
a costruirli era proprio il pastore nei momenti in cui conduceva il gregge
(caprino) al pascolo.
Tali manufatti si
completavano con una fune (originariamente) di orbace attorcigliata su se
stessa e resa solidale alle due estremità del particolare legno. Esso era
scolpito dall’abile mano del capraro con il suo coltellino bene affilato che
teneva sempre in tasca ed era subito pronto all’uso. Andiamo ora a scoprire
proprio quest’uso.
I capretti destinati a
vita, cioè a rinfoltire il gregge, venivano affidati alle madri al pascolo ma,
per fare si che tutto il latte non fosse da essi succhiato, il pastore
collocava il famoso oggetto fra le sue mascelle assicurandolo con la corda in
orbace alle proprie corna che andavano prendendo forma. Fino allo svezzamento
il capretto doveva sopportare, di notte e durante il giorno (dopo la poppata
mattutina e serale, quindi), questa sorta di ciuccio o succhiotto o cilicio
(direbbe il capretto) per preservare più latte al pastore.
Era una distrazione, un
passatempo, anzi un impedimento, inventato con l’arte della pastorizia stessa e
tenuto in uso (nei piccoli greggi) fino a parte del secolo scorso. Forse poco
pratico quando si tratta di gregge numeroso, considerato il prezzo del latte e
il tempo impegnato per l’applicazione.
Oggi mungitura e altri impegni sono più
razionali; risolti con macchinari che tengono conto di tempi e quantità, costi
e ricavi immediati. I tempi e le misure sono altri, lo spazio per la storia e
ben poco, travolto dal frastuono del presente e il futuro è spesso tra le
nebbie, le interminabili chiacchiere e le promesse articolate che non si
avverano quasi mai.
Paolo Demuru
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