Paolo, 1958 |
Questa è l’immagine di un
ragazzino di un tempo ormai passato che ogni tanto mi capita di incontrare e,
solo per brevità, non vi dico quanto
tempo sia trascorso da quand’era
così giovane. Vi dirò semplicemente che è la foto di un carissimo amico che per
giocare si era dovuto costruire i giocattoli da sè; inventandoli ed adattandoli
a situazioni e condizioni specifiche e particolari. Li costruiva con inventiva
e soprattutto con passione affinché quei manufatti non fossero solo occasioni
di distrazione o peggio di arido perditempo
ma bensì l’espressione di sè stesso e delle sue attese. Erano le miniature di
realtà umane, capaci di soddisfare veri ed impellenti bisogni, prove di
riuscita e allo stesso tempo trastullo semplice e sano.
Durante un colloquio che
ho avuto di recente, mi ha anche confessato che varie volte fu tentato di
pescare qualche trota nel torrentello vicino alla sua casa ma l’unica volta che
ne ebbe afferrata una, prima di uscire all’asciutto la soddisfazione si tramutò in delusione
profonda perché il pesce era di nuovo libero in acqua.
Costruiva le barchette in
sughero e, stanco di vederle in movimento solo affidandole alla corrente, ne
munì qualcuna di elica e all’elica vi collegò un elastico, girando l’elica a
mano in senso tale che allo srotolamento
la rotazione dell’elica faceva muovere per un certo tratto la barchetta.
Ma se questa era provvista di timone e posto in una certa inclinazione la barca
poteva seguire un percorso circolare e tornare al punto di partenza; comodo,
no?
Aggiunse che si
intestardiva a portare e riportare il maialino da latte al centro del guado per
vederlo nuotare fino a riva ma questi si spazientì e gli lasciò un segno
indelebile sul pollice destro... che dovette asciugarsi al sole prima di presentarsi in casa il
giorno che aveva usato per barca il contenitore in alluminio che la mamma
riservava per portare al fiume i panni da lavare... che per catturare il vento
costruiva eliche di asfodelo o di ferula quando queste essenze erano seccate al
sole.
Ma un giorno egli partì per un paese piuttosto distante, la brezza rimase indisturbata e le trote nel fiume non corsero più
rischi dalle sue mani. Anzi, spiegava che in seguito, venne a sapere che le trote scomparvero subito dal torrentello della sua infanzia perché pescate da
altre mani di maggior presa.. Pure l’acqua prese a scorrere sempre meno per via
delle scarse piogge. E il maialino, e la barchetta che pur fecero tanta storia
per quel ragazzino? Bene, solo storia, solo immagini, solamente Ricordi fissati,
indelebili nella mente di chi li ha vissuti. Per questa volta quel giovincello di tanti anni fa non mi ha confidato altro... se dovesse farlo ancora non farò
a meno di riferire, con la stessa fedeltà e premura di oggi, sicuramente.
Paolo Demuru
Nessun commento:
Posta un commento