Lo avevo invitato nel 2017 a visitare il “Museo Tematico all’Aperto” a Balascia e, puntualmente, si era presentato assieme al fratello e il padre.
Li
accompagnai a visitare tutti i monumenti cogliendo l’interesse e l’ammirazione
del gruppo e, in particolare lo sguardo fisso e interlocutorio di Luigino
… si, sto parlando di Luigino Cossu il
giovane, nato ad Ozieri nell’Agosto del 1975, il quale abbraccia la non facile
eredità canora dell’omonimo nonno, nato a Trinità d’Agultu nel 1898 e dotato di
particolare attitudine al canto.
Luigino ci ha indirizzato una delle sue opere canore, molto sentimentale e dal significato importante e profondo, che abbiamo ascoltato e ascoltiamo con piacere.
L’abbiamo voluta inserire nel nostro Blog
https://drive.google.com/file/d/1GQDUhrySUAPLyv4bGX_RDAu5k43YO7zl/view?usp=sharing
affinché tutti gli amici che ci seguono possano beneficiarne e condividerne virtù e intenti.
Ascoltiamo
il pezzo intonato dal nostro cantante idealmente nel Museo di Balascia tra
lecci e graniti, i ruderi antichi del nuraghe Ruju, le tracce delle fatiche
umane messe nuovamente a nudo dal nostro impegno, tra le figure umane che ci
hanno preceduto, anch’esse esprimendo al meglio le doti che per dono hanno
ottenuto.
In
questo campo Luigino, fin da ragazzo, ha operato frequentando oratorio e
maestri di canto, esibendosi in piazze e palcoscenici. Ha fatto sodalizio con
altri gruppi di pari interesse, ha pubblicato dischi portando il suo repertorio
a un numero considerevole di opere conservando lingua, arte e tradizioni.
Stiamo
attraversando un momento assolutamente difficile, forse il più difficile della
storia, ingigantito da disimpegno, lassismo e degrado culturale, economico,
sociale e ambientale. Potrebbero le arti e le passioni di pochi far scoccare
nell’umanità una scintilla di ripensamento tale da indurre ognuno a frugare,
cercare dentro se stesso un briciolo di quella serenità, di quell’appagamento
che si va pretendendo da altri e altrove, a volte senza misure o riguardi?
La
Natura che ci circonda è la migliore culla che ci è stata donata per il primo
vagito, per il primo riposo, per il primo richiamo di bisogno; se non
l’avessimo avuta non saremmo qui e quando, mai lo voglia Iddio, l’avremo
desertificata, noi non ci saremo già più.
Il
canto di Luigino, che fa eco ai graniti millenari, porrebbe essere portatore di
tale messaggio e noi semplicemente lo abbiamo accompagnato da alcune immagini
delle realtà museali che si susseguono lungo i percorsi naturalistici che si
snodano nell’area della nostra “IDEA”.
Paolo Demuru
E' possibile visionare il curriculum artistico di Luigino Cossu al seguente link:
https://drive.google.com/file/d/1ZOpfMU0JQUjlxxJHvSjg4vgQH2XqEkFH/view?usp=sharing
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